lo scopo di una Bottega del Mondo

“Nella società consumista in cui viviamo, i luoghi del commercio, il loro sfarzo, le loro luci, i loro colori, nascondono la crudeltà dell’ingiustizia da cui nascono tanti prodotti: dai giocattoli alle confezioni di lusso al cacao, quante storie di bambini schiavi, di donne sottopagate, di uomini costretti a usare sostanze nocive! E anche quando le merci provengono dall’Italia o dai paesi della Comunità europea, quante lavorazioni malsane, pericolose, quanti turni di notte, quanti cottimi e “caporali”. Nei negozi “normali” niente di tutto questo appare: nella mentalità del commerciante e dell’acquirente c’è una lontananza abissale fra il prodotto e il produttore (inteso non come datore di lavoro ma come lavoratore). Le vostre botteghe hanno questo di bellissimo: rioperano questo collegamento perduto. Insieme alle merci che vendete, voi offrite l’immagine di chi le ha generate con la sua fatica: non date soltanto cose ma anche volti e problemi, rendete mentalmente complesso, quindi assai più ricco e vitale, l’atto dello scegliere, del comprare, del consumare. Si potrebbe dire che voi praticate un calmiere culturale, politico e psicologico.

E c’è un’altra caratteristica delle vostre botteghe che me le rende particolarmente amabili. Esse non sono soltanto luoghi di produzione di cultura mondialista e di giustizia ma anche, come spazio di volontariato, sono luoghi di convivialità. Per convivialità io intendo quella reciproca accoglienza, quel riconoscimento di comune identità pur nelle differenze che fa sì che ogni partecipante all’impresa, giovane o anziano, intellettuale o operaio, si senta apprezzato come un compagno perché con la sua diversità ci completa e ci arricchisce. Basterebbe questa caratteristica – la bottega come centro di amicizie intelligenti e solidali – perché il vostro lavoro avesse, abbia, nella società dell’anonimia che ci circonda grandissimo pregio.”

 

Dalla presentazione di Ettore Masina a Le Botteghe del Mondo in Italia e in Europa, a cura di Silvana Rinaldi, SPES Editrice, Padova, 1999.